“Secondo l’orientamento espresso da eminenti costituzionalisti, l’invio di armi difensive italiane all’esercito ucraino rientra nel dettato della nostra Carta, poiché estende l`aiuto ai Paesi aggrediti. E l’Ucraina, secondo la pronuncia dell’Onu, è un Paese aggredito da parte della Federazione russa. Un dettaglio decisivo per definire i passaggi governativi e parlamentari”.
Lo dichiara la senatrice Marinella Pacifico (Coraggio Italia, Gruppo Misto), segretario del Comitato Schengen, Europol e immigrazione. “Da questo contesto – sottolinea – è necessario costruire i prossimi interventi diplomatici e militari. Ma proprio per seguire un ordinato percorso, si ha necessità di chiarezza sulle modalità e sulla qualità del materiale armamentario che vendiamo o importiamo da Paesi terzi”. Pacifico evidenzia come “in questi ultimi anni, troppo spesso, il nostro governo ha posto la clausola di riservatezza ai sensi dell`art.13.3 del Trattato sul commercio delle armi (Att). Nel luglio del 2020, il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, delegato alle questioni concernenti l`esportazione di armamenti e beni a duplice uso, dichiarava di voler superare il vincolo del citato art.13.3, ovvero rendere più trasparente l`esportazione di armamenti. Ad oggi, non sembra sia accaduto. In una fase così delicata sarebbe doveroso comprendere il tipo e il modello di armi che vendiamo e che importiamo e con quali Paesi, l’uso ad esso destinato anche nel futuro e i modelli”.